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lunedì 5 settembre 2011

manovra correttiva 2011

manovra correttiva

Manovra: il Governo «punta tutto» sulla lotta all’evasione

Le misure contenute nella bozza di emendamento al DL 138/2011 sono principalmente di carattere fiscale
/ Venerdì 02 settembre 2011
Alla fine, dopo giorni di discussioni e impasse in Commissione Bilancio in Senato, per “fare cassa” e raggiungere già nel 2013 il pareggio di bilancio, come richiesto dalla Commissione europea e dai mercati, il Governo ha optato per un inasprimento della lotta all’evasione fiscale.
L’insieme di misure formalizzato ieri sotto forma di emendamento al DL n. 138/2011, il cui Ddl. di conversione è all’esame della Commissio Bilancio del Senato è stato varato per sostituire quelle sui riscatti ai fini pensionistici degli anni di laurea e di leva militare, che in un primo tempo avevano preso il posto del contributo di solidarietà. Come ha spiegato ieri il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il nuovo pacchetto fiscale dovrebbe garantire un gettito intorno ai 3,8 miliardi di euro, poiché le misure che contiene sarebbero “pari a quanto avremmo preso dal contributo di solidarietà”.
Di fatto, si tratta dell’ennesimo giro di vite contro l’evasione fiscale. Le modifiche introdotte all’art. 1 del DL 138, in base alla bozza di emendamento, prevederebbero, infatti, come già anticipato due giorni fa, un maggiore coinvolgimento dei Comuni nella lotta all’evasione. Essi potranno infatti incassare la totalità dell’evasione recuperata con il loro contributo e non più il 50% previsto dal decreto per gli anni 2012, 2013 e 2014. Inoltre, con DPCM, su proposta del Ministro dell’Economia e d’intesa con la Conferenza Stato-Città, potrebbero essere stabiliti criteri e modalità per la pubblicazione, sul sito del Comune, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti.
A pagare saranno invece le cooperative: la bozza di emendamento, infatti, modifica la L. n. 311/2004, in modo da aumentare dal 30 al 40% il peso degli utili netti annuali nella formazione del reddito imponibile di cooperative e consorzi (eccetto le cooperative agricole di cui al DLgs. n. 228/2001), e dal 55 al 65% quello di cooperative di consumo e consorzi.
Come approfondito negli altri articoli pubblicati oggi su Eutekne.info, le misure prevedono ancora l’annunciata stretta sulle società di comodo, l’obbligo di inserire nella dichiarazione dei redditi i rapporti con operatori finanziari, disposizioni relative ai beni dell’impresa “concessi in godimento” a soci o a familiari dell’imprenditore, sia sotto il profilo reddituale, sia sotto quello accertativo, nonché un inasprimento delle soglie di punibilità in materia di diritto penale tributario.
Niente aumento dell’IVA, per ora
Dopo le incertezze dei giorni scorsi, sembra che, al momento, non sia previsto un aumento dell’IVA, anche perché la modifica delle aliquote dovrebbe essere fatta quando si affronterà il tema della riforma fiscale. Il capitolo, però, non sembrerebbe del tutto chiuso: un eventuale aumento potrebbe essere pensato nell’ottica dell’extrema ratio.
Tanto che, nella serata di ieri, il premier Silvio Berlusconi, da Parigi, è tornato a parlare della possibilità di un rincaro, magari solo per tre mesi: “Se fosse necessario, l’IVA potrebbe passare dal 20 al 22%, ad esempio per tre mesi”.
Di certo, un eventuale aumento dell’IVA costituisce un “tesoretto” che garantirebbe un maggior gettito che può oscillare tra i 4 e i 7,5 miliardi. L’ipotesi di un aumento trimestrale al 22% è solo l’ultima, che va da aggiungersi alle altre di cui si parla da giorni.

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