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giovedì 22 marzo 2012

riforma fiscale

Pronta una nuova delega per la riforma fiscale

Nella bozza di Ddl. delega, che sarà discussa in CdM nei prossimi giorni, misure su catasto, IRES e redistribuzione delle risorse della lotta all’evasione
/ Martedì 20 marzo 2012
Un sistema tributario non necessariamente perfetto, ma con meno “storture” e capace di porre le basi per la crescita del Paese. Stando alle indiscrezioni di stampa, sarà questa la meta finale del Ddl. delega per la riforma fiscale, che dovrebbe approdare venerdì prossimo in Consiglio dei Ministri. Sempre secondo le ultime rivelazioni, il testo punta a correggere in maniera organica l’attuale corpus legislativo attraverso 17 articoli.
Lo spirito della riforma è stato, indirettamente, suggerito anche dal Viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, che nelle scorse ore ha spiegato come il Governo speri di abbassare l’elevatissima pressione fiscale grazie al recupero dell’evasione. Il primo passaggio – ha sottolineato Grilli – consisterà nel riguadagnare la fiducia degli investitori, dopodiché si potrà tentare di redistribuire in maniera virtuosa quanto ottenuto dalla lotta all’economia “sommersa”.
A grandi linee, i punti salienti della bozza di Ddl. delega riguardano la certezza del diritto tributario, il miglioramento dei rapporti tra Fisco e contribuenti (incluso l’ambito imprenditoriale), il contrasto ai fenomeni di evasione, elusione ed erosione fiscale (anche attraverso un costante monitoraggio quantitativo e qualitativo), la riforma del Catasto, la revisione del contenzioso, una nuova disciplina dell’abuso del diritto e la tassazione ambientale.
All’art. 5 della bozza – rivelano fonti di stampa – è prevista la costituzione di un fondo strutturale ad hoc per finanziare sgravi fiscali a favore dei contribuenti onesti o meno abbienti: il fondo dovrebbe infatti contenere le risorse ottenute dalla lotta all’evasione e dalla riduzione dell’erosione tributaria (ottenuta mediante un intervento sulle tax expenditures, ossia con il ridimensionamento delle spese fiscali).
Per arrivare a questo, potrebbe essere necessario prevedere un meccanismo di monitoraggio costante dei fenomeni distorsivi, anche e soprattutto a livello quantitativo. Inoltre, il Governo pensa ad una norma generale anti-abuso del diritto che coinvolga tutte le imposte e ad una ristrutturazione dell’ambito penale-tributario, sanzioni comprese.
Quanto alla riforma del Catasto, su cui di recente è già intervenuto il Decreto “Salva Italia”, l’obiettivo dovrebbe essere quello di aggiornare i criteri di classificazione dei fabbricati, imponendo – tra l’altro – una valutazione in base ai vani e non ai metri quadri.
Sul versante delle tax expenditures, sembra ormai abbandonata l’ipotesi di operare tagli lineari, a favore di una determinazione più puntuale ed efficace in termini di utilità “oggettiva” delle misure esistenti. E il punto di partenza potrebbe essere il Rapporto elaborato, lo scorso novembre, dal tavolo della riforma dedicato all’erosione.
Una parte del Ddl. delega sarebbe, poi, incentrata sulla tassazione delle imprese individuali e dei professionisti, con la proposta di sostituire l’IRES con la nuova IRI, ossia l’imposta sul reddito imprenditoriale,  svincolando la tassazione d’impresa dal reddito dell’imprenditore.
Infine, l’Esecutivo vorrebbe potenziare la tassazione ambientale, mirando ad un duplice effetto: da un lato, ovviamente, l’aumento di gettito, dall’altro la riduzione delle emissioni inquinanti. Si pensa, quindi, all’applicazione della cosiddetta carbon tax, l’ecotassa sulle risorse energetiche che emettono nell’atmosfera biossido di carbonio.
Nulla di fatto per l’IRPEF a tre aliquote e per la soppressione dell’IRAP
Come peraltro emerso nelle scorse ore, nell’attuale Ddl. delega il Governo Monti ha deciso di non fare proprie tutte le misure previste dal suo predecessore. Innanzitutto, perché è cambiato il contesto normativo: dalla scorsa estate, ossia da quando la delega per la riforma assistenziale e fiscale è stata presentata dal Governo Berlusconi, diversi disegni di legge (in primis il Decreto “Salva Italia” e il DL sulle semplificazioni fiscali) sono intervenuti per risolvere le prime “urgenze”. Ora si tratta di agire a livello strutturale, e il Governo Monti pensa di riproporre una nuova delega, che contenga misure nuove e ne tralasci altre. Stando alle indiscrezioni, dovrebbe saltare, ad esempio, il completamento della riforma della tassazione delle rendite finanziarie, già parzialmente operativa. Nessun provvedimento, inoltre, dovrebbe modificare l’attuale IRPEF, come invece previsto dal precedente Governo, che ipotizzava tre aliquote (20, 30 e 40%). Infine, per esigenze di cassa, al momento non sarebbe più contemplata la soppressione dell’IRAP nel medio-lungo periodo.

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