accertamento
DL Sviluppo: spunta l’ipotesi di «dodici» condoni fiscali
Risulterebbe da una bozza circolata ieri, smentita però dal Ministero dello Sviluppo economico, mentre il CdM ha rinviato la decisione sul decreto
Per ora, di certo c’è solo che il Governo ha rinviato la decisione sul DL Sviluppo, nonostante il Consiglio dei Ministri convocato ieri in via straordinaria per l’esame delle misure conseguenti al Consiglio europeo di due giorni fa e in vista di quello di domani. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti della maggioranza, inoltre, l’obiettivo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a questo punto, sarebbe di presentarsi a Bruxelles non con un provvedimento varato, ma con un pacchetto di iniziative frutto di un accordo politico per rilanciare la crescita del Paese, come richiesto dall’Unione europea.Il nodo su cui la maggioranza non riesce a trovare un’intesa è, manco a dirlo, quello relativo alle pensioni. Ancora una volta, infatti, la Lega ha ribadito che la materia non è trattabile, anche se da più parti giungono da tempo pressioni per mettere in cantiere una serie di interventi che consentano di alzare l’età del pensionamento. Si starebbe quindi ragionando su misure soft che porterebbero a un innalzamento graduale.
Intanto, però, nonostante il “nulla di fatto” in Consiglio dei Ministri sul DL Sviluppo, si è tornato anche a parlare di condono fiscale, che, articolato in dodici punti, sarebbe contenuto in una bozza di provvedimento circolata ieri, anche se smentita dal Ministero dello Sviluppo economico attraverso una nota: “Nelle anticipazioni stampa vi sono norme non contenute nel provvedimento di sviluppo su cui sta lavorando il Ministero. In particolare, notizie riguardanti l’esistenza nel testo di “12 condoni” o di sanatorie sono del tutto infondate”.
In base al corposo testo della bozza, comunque, un intero capitolo del DL, contenente le misure fiscali, prevederebbe undici norme in materia, più una dodicesima che consentirebbe la cumulabilità delle definizioni agevolate indicate. Nel dettaglio, le misure riguarderebbero: la riapertura dei termini per gli anni pregressi, con la possibilità di integrare le dichiarazioni relative ai periodi d’imposta per i quali i termini di presentazione sono scaduti entro il 30 settembre 2011; la regolarizzazione delle scritture contabili per le società di capitali e gli enti equiparati, le società in nome collettivo e in accomandita semplice e quelle a esse equiparate, nonché per le persone fisiche e gli enti non commerciali; l’accertamento con adesione per i periodi d’imposta pregressi; la definizione dei ritardati od omessi versamenti e degli atti di accertamento e di contestazione, degli avvisi di irrogazione delle sanzioni, degli inviti al contraddittorio e dei processi verbali di contestazione; la definizione delle liti pendenti (o meglio, il suo ampliamento) e dei tributi locali; la proroga dei termini per la definizione agevolata ai fini delle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni; la definizione degli importi non versati; la regolarizzazione di inadempienze di natura fiscale come il pagamento del canone RAI e i manifesti politici abusivi; la proroga di due anni dei termini per la risoluzione della violazione dell’obbligo di presentazione della dichiarazione IVA.
Tra le numerose altre misure contenute nella bozza, figurerebbero poi quelle relative a investimenti nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni, oltre a interventi a sostegno delle imprese, semplificazioni in materia di infrastrutture e trasporti e incentivi all’occupazione femminile e dei giovani.
Inoltre, sarebbe consentita la costituzione di società per l’esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico: in particolare, potrebbero assumere la qualifica di società tra professionisti le società il cui atto costitutivo preveda l’esercizio in via esclusiva dell’attività professionale da parte dei soci, l’ammissione, in qualità di soci, solo degli iscritti a ordini, albi e collegi, nonché criteri e modalità affinché l’esecuzione dell’incarico professionale conferito alla società sia eseguito solo dai soci in possesso dei requisiti per l’esercizio della prestazione professionale richiesta.
Più tempo per la riforma degli ordinamenti professionali
Verrebbe anche modificata la norma relativa agli ordinamenti professionali introdotta dal DL n. 138/2011 (conv. L. n. 148/2011), in base alla quale, fermo restando l’esame di Stato di cui all’art. 33, comma 5 Cost. per l’accesso alle professioni regolamentate, gli ordinamenti professionali devono essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore di tale decreto per recepire una serie di principi al fine di garantire che l’esercizio dell’attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta.La bozza del DL Sviluppo prevederebbe, infatti, che, con DPR emanato ai sensi dell’art. 17, comma 2 della L. n. 400/88, gli ordinamenti debbano essere riformati entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto stesso.
/ Michela DAMASCOhttp://www.eutekne.info/Sezioni/Articolo_Print.aspx?ID=360785
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