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giovedì 29 novembre 2012

fiscalità internazionale e stabile organizzazione

fiscalità internazionale

Google di nuovo nel mirino della Guardia di Finanza

Il Sottosegretario Vieri Ceriani, in risposta ad un’interrogazione, ha evidenziato la carenza delle logiche tradizionali di controllo

/ Giovedì 29 novembre 2012
La notizia non è nuova, ma, a seguito della risposta ad un’interrogazione parlamentare fornita ieri dal Sottosegretario Vieri Ceriani, è rimbalzata su tutte le agenzie stampa.
Stiamo parlando dell’indagine avviata dalla Guardia di Finanza nel 2007, su incarico della Procura di Milano, diretta ad evidenziare eventuali illeciti di natura fiscale da parte di Google Italy.
Secondo la Guardia di Finanza, nel quinquennio 2002-2006 la società americana non avrebbe dichiarato ricavi per 240 milioni di euro e IVA per 96 milioni di euro.
I predetti rilievi sono ancora all’esame dell’Agenzia delle Entrate per verificarne la sostenibilità; nel frattempo, la Guardia di Finanza ha avviato lo scorso 26 novembre una verifica extraprogramma su Google Italy srl, sempre con il fine di riscontrare il corretto adempimento degli obblighi fiscali.
È noto che il più utilizzato motore di ricerca al mondo si sostiene in via principale con la pubblicità (Adwords).
Meno noto è che, secondo Google Inc., la società italiana Google Italy srl svolgerebbe attività meramente ausiliaria e preparatoria a favore di Google Ireland Ltd.
Per queste ragioni Google Italy assoggetta ad imposizione nel territorio nazionale le sole provvigioni per le prestazioni rese da Google Ireland Ltd.
La questione ruota tutta attorno alla possibilità di considerare Google Italy la stabile organizzazione di Google Ireland, alla luce dell’art. 162 del TUIR, del modello di convenzione OCSE e della giurisprudenza.
A tal proposito, ancora di recente, la Corte di Cassazione (sentenza 20678 del 29 maggio 2012) ha affermato che è stabile organizzazione una struttura dotata di risorse materiali e umane, dotata o no di personalità giuridica, alla quale la società straniera abbia affidato, anche di fatto, la cura di affari, con la sola esclusione delle attività di carattere meramente preparatorio o ausiliario, quali la prestazione di consulenze o la fornitura di “know how”.
Il Ministero, nella risposta all’interrogazione, ha poi evidenziato che l’Agenzia sta procedendo “a una selezione di posizioni che possano dar luogo a una mirata attività di controllo fiscale nei confronti dei gruppi multinazionali attivi nel settore dell’elettronica e dell’e-commerce e le cui strategie fiscali sono oggetto di attenzione da parte dell’opinione pubblica italiana e internazionale”.
Da parte sua, la società di Mountain View ha affermato che “Google rispetta le leggi fiscali in tutti i Paesi in cui opera e siamo fiduciosi di rispettare anche la legge italiana”. Pertanto la società continuerà “a collaborare con le autorità locali – ha affermato il portavoce della società – per rispondere alle loro domande relative a Google Italy e ai nostri servizi”.
 / REDAZIONE fonte:eutekne

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