responsabilità amministrativa degli enti
Con l’adozione di modelli 231, aumenta il rating di legalità
Il regolamento dell’AGCM in materia
prevede un aumento del punteggio, che favorirà l’accesso al credito e ai
finanziamenti pubblici per le imprese
In attuazione di quanto previsto dall’art. 5-ter
del DL n. 1/2012 (conv. L. n. 27/2012), rubricato “Rating di legalità
delle imprese”, lo scorso 14 novembre l’Autorità garante della
concorrenza e del mercato ha approvato il regolamento che stabilisce i criteri e le modalità per l’attribuzione, su istanza di parte, di un rating di legalità per le imprese operanti nel territorio nazionale che raggiungano un fatturato minimo di due milioni di
euro, riferito alla singola impresa o al gruppo di appartenenza. Di
tale rating, alla cui elaborazione si dovrà procedere in raccordo con i
Ministeri della Giustizia e dell’Interno, dovrà tenersi conto in sede di
concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario, secondo modalità da stabilirsi con decreto dei Ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico.
Al fine di rafforzarne l’efficacia, la norma primaria prevede, inoltre, che gli istituti di credito che omettono di tener conto del rating in sede di concessione dei finanziamenti alle imprese sono tenuti a trasmettere alla Banca d’Italia una dettagliata relazione sulle ragioni della decisione assunta.
Quanto ai contenuti del regolamento attuativo, quest’ultimo dispone in primo luogo che nella domanda di attribuzione del rating, da inviarsi telematicamente all’Autorità, le imprese dovranno dichiarare l’assenza di sentenze di condanna o di adozione di misure cautelari in relazione sia al compimento degli illeciti di cui al DLgs. 231/2001, sia per i reati tributari di cui al DLgs. 74/2000; se si tratta di imprese collettive, detta dichiarazione dovrà riguardare anche gli amministratori, il direttore generale, il direttore tecnico, il rappresentante legale, nonché i soci-persone fisiche titolari di una partecipazione di maggioranza, anche relativa.
Le imprese dovranno dichiarare, altresì, l’assenza, nel biennio antecedente alla richiesta di rating, di provvedimenti di condanna nei loro confronti per illeciti antitrust gravi, per l’accertamento di un maggior reddito imponibile rispetto a quello dichiarato, per il mancato rispetto della legge sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché per le violazioni in materia di obblighi retributivi, contributivi e assicurativi e di obblighi concernenti il pagamento delle ritenute fiscali sui dipendenti e collaboratori. Ancora, ai fini dell’ottenimento del rating, è necessario che tutti i pagamenti di importo superiore a 1.000 euro siano stati effettuati mediante strumenti tracciabili e che l’impresa non sia stata destinataria né di provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici, né di comunicazioni o informazioni antimafia interdittive in corso di validità.
La domanda di attribuzione del rating dovrà essere redatta mediante compilazione del format pubblicato sul sito dell’AGCM.
Al possesso dei suddetti requisiti, attestato per lo più mediante autocertificazione del rappresentante legale dell’impresa, corrisponderà l’attribuzione, da parte dell’Autorità, di un punteggio base pari ad una stella; tale punteggio potrà incrementarsi con l’attribuzione di un segno “+”, laddove l’impresa richiedente soddisfi una ulteriore serie di requisiti, tra i quali: la adesione a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria; l’iscrizione in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (white list); e ancora l’adozione di una funzione o struttura organizzativa, anche in outsourcing, che espleti il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa, ovvero di un modello organizzativo ai sensi del DLgs. 231/2001.
Il conseguimento di tre segni “+” comporterà l’attribuzione di una stella aggiuntiva, fino ad un massimo di tre stelle.
Ai fini dell’attribuzione del rating, l’Autorità potrà compiere tutte le verifiche ritenute opportune presso le pubbliche amministrazioni. In caso di esito positivo, l’impresa richiedente verrà iscritta in un apposito elenco detenuto in una apposita sezione del sito dell’AGCM.
Il rating ha durata biennale e può essere rinnovato su richiesta; può altresì essere revocato nel caso in cui si accerti la falsità delle dichiarazioni rilasciate dall’impresa, così come può essere sospeso in caso di rinvio a giudizio di quest’ultima o di adozione di misure cautelari personali o patrimoniali nei suoi confronti. Infine, la perdita di uno o più requisiti può comportare una riduzione del punteggio attribuito. Di tutti i provvedimenti adottati – attribuzione, sospensione, revoca – e della loro decorrenza verrà data notizia nel suddetto elenco.
In tal modo il parametro della legalità è destinato a divenire un elemento centrale nella vita delle imprese che, ai fini dell’ottenimento del rating, dovranno giocoforza riformulare le valutazioni connesse alla adozione di modelli organizzativi e di gestione, fino ad oggi fortemente condizionate dalla non obbligatorietà degli stessi e dalla non esiguità dei costi connessi all’adeguamento.
/ Annalisa DE VIVO fonte eutekne
Al fine di rafforzarne l’efficacia, la norma primaria prevede, inoltre, che gli istituti di credito che omettono di tener conto del rating in sede di concessione dei finanziamenti alle imprese sono tenuti a trasmettere alla Banca d’Italia una dettagliata relazione sulle ragioni della decisione assunta.
Quanto ai contenuti del regolamento attuativo, quest’ultimo dispone in primo luogo che nella domanda di attribuzione del rating, da inviarsi telematicamente all’Autorità, le imprese dovranno dichiarare l’assenza di sentenze di condanna o di adozione di misure cautelari in relazione sia al compimento degli illeciti di cui al DLgs. 231/2001, sia per i reati tributari di cui al DLgs. 74/2000; se si tratta di imprese collettive, detta dichiarazione dovrà riguardare anche gli amministratori, il direttore generale, il direttore tecnico, il rappresentante legale, nonché i soci-persone fisiche titolari di una partecipazione di maggioranza, anche relativa.
Le imprese dovranno dichiarare, altresì, l’assenza, nel biennio antecedente alla richiesta di rating, di provvedimenti di condanna nei loro confronti per illeciti antitrust gravi, per l’accertamento di un maggior reddito imponibile rispetto a quello dichiarato, per il mancato rispetto della legge sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché per le violazioni in materia di obblighi retributivi, contributivi e assicurativi e di obblighi concernenti il pagamento delle ritenute fiscali sui dipendenti e collaboratori. Ancora, ai fini dell’ottenimento del rating, è necessario che tutti i pagamenti di importo superiore a 1.000 euro siano stati effettuati mediante strumenti tracciabili e che l’impresa non sia stata destinataria né di provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici, né di comunicazioni o informazioni antimafia interdittive in corso di validità.
La domanda di attribuzione del rating dovrà essere redatta mediante compilazione del format pubblicato sul sito dell’AGCM.
Al possesso dei suddetti requisiti, attestato per lo più mediante autocertificazione del rappresentante legale dell’impresa, corrisponderà l’attribuzione, da parte dell’Autorità, di un punteggio base pari ad una stella; tale punteggio potrà incrementarsi con l’attribuzione di un segno “+”, laddove l’impresa richiedente soddisfi una ulteriore serie di requisiti, tra i quali: la adesione a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria; l’iscrizione in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (white list); e ancora l’adozione di una funzione o struttura organizzativa, anche in outsourcing, che espleti il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa, ovvero di un modello organizzativo ai sensi del DLgs. 231/2001.
Il conseguimento di tre segni “+” comporterà l’attribuzione di una stella aggiuntiva, fino ad un massimo di tre stelle.
Ai fini dell’attribuzione del rating, l’Autorità potrà compiere tutte le verifiche ritenute opportune presso le pubbliche amministrazioni. In caso di esito positivo, l’impresa richiedente verrà iscritta in un apposito elenco detenuto in una apposita sezione del sito dell’AGCM.
Il rating ha durata biennale e può essere rinnovato su richiesta; può altresì essere revocato nel caso in cui si accerti la falsità delle dichiarazioni rilasciate dall’impresa, così come può essere sospeso in caso di rinvio a giudizio di quest’ultima o di adozione di misure cautelari personali o patrimoniali nei suoi confronti. Infine, la perdita di uno o più requisiti può comportare una riduzione del punteggio attribuito. Di tutti i provvedimenti adottati – attribuzione, sospensione, revoca – e della loro decorrenza verrà data notizia nel suddetto elenco.
Il regolamento dovrebbe essere operativo entro fine anno
Il regolamento, del quale si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dovrebbe essere operativo entro la fine dell’anno.
A questo punto, per completare il quadro normativo di riferimento manca
solo il decreto dei Ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico,
che stabilisca le modalità di accesso al credito bancario, nonché di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.In tal modo il parametro della legalità è destinato a divenire un elemento centrale nella vita delle imprese che, ai fini dell’ottenimento del rating, dovranno giocoforza riformulare le valutazioni connesse alla adozione di modelli organizzativi e di gestione, fino ad oggi fortemente condizionate dalla non obbligatorietà degli stessi e dalla non esiguità dei costi connessi all’adeguamento.
/ Annalisa DE VIVO fonte eutekne
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