riscossione
In arrivo un Ddl. contro le «cartelle pazze»
Il pacchetto potrebbe già essere
approvato oggi in Commissione Finanze al Senato, ma Pdl e Lega chiedono
di rivedere il capitolo sulle ganasce fiscali
Niente più “cartelle pazze”.
Potrebbe arrivare già nella giornata di oggi, infatti, il primo “via
libera” parlamentare al Ddl. predisposto dal comitato ristretto della
Commissione Finanze del Senato, per porre fine a un fenomeno che
continua a costare tempo e denaro ai contribuenti.
Stando alle indiscrezioni, il testo – probabilmente destinato a confluire in uno dei prossimi provvedimenti governativi – prevede l’annullamento automatico delle cartelle errate. Il cittadino vittima di un “equivoco” fiscale potrà presentare all’agente della riscossione una dichiarazione che smentisca la bontà della cartella, entro 90 giorni dalla notifica, dopodiché – entro i successivi 10 giorni – lo stesso agente dovrà rivolgersi all’ente impositore per chiedere gli opportuni chiarimenti. La risposta dell’ente deve arrivare entro due mesi; in caso contrario le cartelle saranno annullate, trascorsi 220 giorni dalla presentazione della domanda. Quanto alla decorrenza, la novità dovrebbe essere retroattiva e valere anche per i destinatari di cartelle precedenti all’entrata in vigore.
“Abbiamo fatto un gran lavoro come Commissione per dare un minimo di tutela ai contribuenti che, nonostante le garanzie dello Statuto, sono vessati e spesso anche perseguitati. È una norma di civiltà”, è stato il commento del senatore dell’Idv Elio Lannutti. Se l’intento è, dunque, quello di agevolare i contribuenti nella contestazione delle somme non dovute, i promotori hanno pensato anche ad un meccanismo sanzionatorio contro gli abusi: ai trasgressori toccherebbero la responsabilità penale e una sanzione amministrativa dal 100 al 200% dell’importo, con un minimo di 258 euro.
Come detto, il Governo starebbe valutando l’ipotesi di inserire il pacchetto di misure in un provvedimento più ampio, così da arrivare più in fretta all’approvazione definitiva. L’alternativa, sempre per scongiurare l’esame in Aula, sarebbe quella di mantenere il pacchetto in Commissione in sede deliberante e accelerare il passaggio alla Camera.
La Lega si dice contraria ad abrogare la norma dal testo, trovando d’accordo parte del Pdl (altri gruppi di centrodestra sarebbero invece favorevoli). Si delinea, sul punto, la possibilità di un emendamento di “mediazione”, che dimezzerebbe i tempi tra gli avvisi da sei a tre mesi, oltre a ridurre a 1.000 euro il tetto. In questo modo, la Commissione dovrebbe essere unanime e pronta a licenziare la proposta di legge. Secondo il relatore del Pdl Salvatore Sciascia, nel caso in cui la questione dovesse pregiudicare la rapidità dell’iter, si opterà per la soluzione più radicale.
/ Rossella QUARANTA
fonte:eutekne
Stando alle indiscrezioni, il testo – probabilmente destinato a confluire in uno dei prossimi provvedimenti governativi – prevede l’annullamento automatico delle cartelle errate. Il cittadino vittima di un “equivoco” fiscale potrà presentare all’agente della riscossione una dichiarazione che smentisca la bontà della cartella, entro 90 giorni dalla notifica, dopodiché – entro i successivi 10 giorni – lo stesso agente dovrà rivolgersi all’ente impositore per chiedere gli opportuni chiarimenti. La risposta dell’ente deve arrivare entro due mesi; in caso contrario le cartelle saranno annullate, trascorsi 220 giorni dalla presentazione della domanda. Quanto alla decorrenza, la novità dovrebbe essere retroattiva e valere anche per i destinatari di cartelle precedenti all’entrata in vigore.
“Abbiamo fatto un gran lavoro come Commissione per dare un minimo di tutela ai contribuenti che, nonostante le garanzie dello Statuto, sono vessati e spesso anche perseguitati. È una norma di civiltà”, è stato il commento del senatore dell’Idv Elio Lannutti. Se l’intento è, dunque, quello di agevolare i contribuenti nella contestazione delle somme non dovute, i promotori hanno pensato anche ad un meccanismo sanzionatorio contro gli abusi: ai trasgressori toccherebbero la responsabilità penale e una sanzione amministrativa dal 100 al 200% dell’importo, con un minimo di 258 euro.
Come detto, il Governo starebbe valutando l’ipotesi di inserire il pacchetto di misure in un provvedimento più ampio, così da arrivare più in fretta all’approvazione definitiva. L’alternativa, sempre per scongiurare l’esame in Aula, sarebbe quella di mantenere il pacchetto in Commissione in sede deliberante e accelerare il passaggio alla Camera.
Si va verso una soluzione di compromesso
Il testo potrebbe, intanto, incassare il placet della Commissione Finanze di Palazzo Madama già oggi, ma perché ciò avvenga restano da convincere i senatori della Lega per quanto concerne l’attenuazione delle ganasce fiscali.
Il capitolo andrebbe infatti riscritto (o attenuato) per soddisfare le
richieste di parte del centrodestra, contrario all’abrogazione tout court di
quanto predisposto sul tema dal Governo Berlusconi, ossia la previsione
che siano necessari due solleciti di Equitalia, a distanza di sei mesi
l’uno dall’altro, per innescare le ganasce fiscali su debiti d’importo
inferiore a 2mila euro.La Lega si dice contraria ad abrogare la norma dal testo, trovando d’accordo parte del Pdl (altri gruppi di centrodestra sarebbero invece favorevoli). Si delinea, sul punto, la possibilità di un emendamento di “mediazione”, che dimezzerebbe i tempi tra gli avvisi da sei a tre mesi, oltre a ridurre a 1.000 euro il tetto. In questo modo, la Commissione dovrebbe essere unanime e pronta a licenziare la proposta di legge. Secondo il relatore del Pdl Salvatore Sciascia, nel caso in cui la questione dovesse pregiudicare la rapidità dell’iter, si opterà per la soluzione più radicale.
/ Rossella QUARANTA
fonte:eutekne
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