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mercoledì 11 luglio 2012

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Studi di settore, sindacati contro l’Agenzia

Le associazioni di categoria ritornano sulla comunicazione, a tempo scaduto, delle Entrate, parlando di un «comportamento poco rispettoso»

/ Giovedì 12 luglio 2012
Sembra non esserci pace per i commercialisti, e relativi clienti, alle prese con il pagamento delle maggiori imposte dovute, scaturite dall’applicazione degli studi di settore. Due giorni fa, attraverso una nota stampa (si veda “Per gli studi di settore, versamento senza maggiorazione entro il 20 agosto” di ieri), l’Agenzia delle Entrate comunicava che, nel caso in cui i risultati ottenuti utilizzando la seconda versione del software Gerico, rilasciata a causa dei malfunzionamenti della prima, fossero diversi da quelli ottenuti con la versione precedente, ci si sarebbe potuti adeguare entro il 20 agosto senza la maggiorazione dello 0,40%.
Una comunicazione che non poteva non scatenare le rimostranze dei rappresentanti della categoria, costretti a riprendere un lavoro che, nella maggior parte dei casi, era già chiuso. Il termine ultimo per il pagamento, tra l’altro già prorogato a causa dei ritardi nel rilascio della prima versione del software, scadeva infatti il 9 luglio, e molti contribuenti, come ricorda Marco Cuchel, “avevano già pagato proprio per evitare la maggiorazione”.
“Inviare una comunicazione a tempi scaduti – continua il Presidente dell’ANC – rende ancora una volta chiaro come l’Amministrazione finanziaria non si preoccupi minimamente delle difficoltà che possono incontrare gli studi professionali. In pratica, siamo in una continua emergenza che si riflette sulla nostra organizzazione del lavoro. Noi abbiamo la necessità di lavorare con dignità e di poterci organizzare in base alle scadenze. Ma ormai è diventato quasi impossibile. Ora, dovremo rielaborare gli studi di settore, quantificare nuovamente gli importi, richiamare il cliente e spiegargli che le cose sono cambiate. Un lavoro già finito viene completamente vanificato, saremo costretti a rifarlo daccapo, con la certezza con non ci verrà pagato da nessuno. Come se non bastasse, i clienti penseranno che ci sia stato un nostro errore. Loro non percepiscono le difficoltà in cui siamo costretti ad operare, penseranno che abbiamo sbagliato noi e, quindi, ci saranno ulteriori disagi”.
Dello stesso avviso anche Eleonora Di Vona, secondo cui “questo tipo di comportamento non è rispettoso del lavoro che è chiamato a svolgere il professionista”. Per il Presidente dell’UNGDCEC, “ciò di cui l’Amministrazione finanziaria sembra non rendersi conto è che questi continui cambiamenti fanno perdere credibilità ai professionisti agli occhi dei clienti. Perché sembra quasi che il commercialista voglia accampare scuse per giustificare un errore che, invece, non è stato commesso. Ma questo è davvero difficile da spiegare. Se l’Agenzia ci avesse comunicato tutto anche solo con qualche settimana di anticipo, avremmo avuto modo di adeguarci. Invece, lo ha fatto quando il termine era già scaduto, giustificandosi con un richiamo allo Statuto del Contribuente che, francamente, ci è sembrato davvero fuori luogo”.
Proprio sul riferimento allo Statuto del Contribuente era incentrato il comunicato stampa diffuso dall’AIDC, che ha ricordato come, troppo spesso, l’Agenzia si sia dimenticata del documento: “Peccato – si legge nella nota – che buona fede e collaborazione siano state messe un po’ da parte quando questa mattina (ieri, ndr), l’Agenzia ha pensato di pubblicare, con tempestività svizzera, una circolare con i chiarimenti riguardanti la disciplina degli studi di settore relativi all’anno di imposta 2011”.
Il sindacato presieduto da Marco Rigamonti ritiene che “questo modo di agire non sia improntato al rispetto né dei contribuenti né dei professionisti che li assistono, ormai relegati al ruolo di azzeccagarbugli stregoni, sempre più alle prese con versioni software, release e altre amenità informatiche più che con le già cervellotiche interpretazioni di normative sovente lontane da qualsiasi logica economica”.
Sulla questione, in serata, è intervenuto anche Claudio Siciliotti, che ha ribadito di “apprezzare il segnale di attenzione” inviato dall’Agenzia, con cui si sta per chiudere un accordo quadro che permetterà ai colleghi una migliore fruibilità dei servizi di sportello. “Ciò non toglie – ha sottolineato il Presidente del CNDCEC – che la gestione delle scadenze va di anno in anno peggiorando, anche quando si pensa che possa solo migliorare. L’esasperazione dei colleghi è alta e questo non può essere sottaciuto. Quando l’Agenzia riapre di fatto una scadenza chiusa, perché il software non funzionava a dovere, deve rendersi conto che scarica una grave inefficienza sul sistema privato: o il contribuente pagherà il doppio una dichiarazione che deve essere riaperta e ricontrollata dal suo professionista, ipotesi assai più teorica che pratica in questi periodi di crisi, o il collega farà il doppio del lavoro allo stesso compenso. Non se ne può più”.
 / Savino GALLO
FONTE:EUTEKNE

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