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sabato 26 marzo 2011

news

“Solo imboccando la via del riformismo, anche a costo di risultare impopolari, si può sperare in un miglioramento per il Paese. Perché non intervenire è l’unico modo per far andare peggio le cose”. Appare sicuro di sé, deciso e pronto a difendere le proprie scelte il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, quando prende la parola al termine del Convegno nazionale di studi sulla mediazione civile e sul ruolo dei commercialisti, svoltosi ieri a Torino.
“Da Torino può partire un messaggio forte – ha esordito –. Di fronte a circa 6 milioni di cause arretrate, in una situazione difficile dove non ci sono soldi, abbiamo pensato a come far funzionare meglio la giustizia in Italia, perché l’eccessiva durata delle cause civili è anche uno dei freni alla competitività del sistema”. La decisione di “mettere le mani sui gangli del sistema e provarci, perché non c’è via al riformismo che passi per il mantenimento dell’esistente”, non poteva che provocare proteste, “di cui mi assumo la responsabilità politica” e quindi, a maggior ragione, “chiunque, come nel caso dei commercialisti per la mediazione obbligatoria, si assume la responsabilità di essere un libero professionista iscritto a un Ordine e si pone come interlocutore istituzionale, contribuisce al bene del Paese”.
In un sistema più ampio, che comprende altri interventi per rendere la giustizia italiana più efficiente, la mediazione si configura come uno dei “pilastri della riforma della giustizia, che può funzionare solo attraverso lo smaltimento dell’arretrato. A questo proposito, i dati sono confortanti: nel giugno 2010, si è segnato per la prima volta un punto di flesso, registrando 250mila cause in meno rispetto alle previsioni. Da più parti mi chiedono soldi, ma le risorse, investite in un sistema inefficiente, si trasformano in sprechi”. Nel tentativo di rendere il sistema più efficiente, la mediazione può svolgere un ruolo fondamentale: “Deve essere accompagnata da una svolta culturale, per non essere inutile, ma la leva fiscale aiuta le parti, che nel 70% dei casi si fanno assistere dagli avvocati. Nelle nuove mediazioni, il cliente può ottenere un enorme risparmio in cambio della cessione di una parte delle proprie pretese”.
Accanto a un istituto come la mediazione, la strategia del Governo ha puntato e sta puntando sulla riduzione delle opposizioni alle sanzioni amministrative, sull’innovazione, attraverso la riforma del codice di procedura civile, con il dimezzamento delle fasi procedurali, sulla semplificazione delle procedure e sull’investimento nell’informatica: “Con il Ministro Brunetta, stiamo lavorando a un piano per digitalizzare, nei prossimi 18 mesi, tutte le notifiche e gli atti”.

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